NAPOLI LA PUNTA DELL’ICEBERG DEI MALI ITALIANI
PORTOFERRAIO. Andrej Longo, finalista al premio Brignetti, circondato da studenti al De Laugier. Una trentina, oltre ai giudici lettori, ma anche Danilo Alessi, presidente della Cm, la dirigente Grazia Battaglini dell’Itcg Cerboni, docenti tra cui Frola, Catuogno, Cignoni, giornalisti come Rizzoli, Scelza e altri. Ma soprattutto scolaresche delle superiori e la 3g della media Pascoli. “Piacevole questa presenza marcata di giovani” ha detto lo scrittore di Ischia. Un Longo apparso portavoce della gente comune, costretta a subire i malesseri del mondo contemporaneo. Un oratore instancabile, spontaneo; una capacità comunicativa ricca di spunti a 360 gradi. Ha parlato del degrado sociale di questa Italia di cui Napoli è la punta emergente, come ha detto nel suo testo “Dieci” dell’editore Adelphi. Uno dei volumi giunto in finale nel premio letterario isola d’Elba. “Tutto il sistema è malato, -ha sottolineato – come dico col mio nuovo libro; quello che succede a Napoli accade ovunque, purtroppo”. A suo agio lo scrittore, nel chiostro dell’ex convento francescano, sotto lo svolazzare di piccioni, accompagnato dal rintocco delle campane. Valido quindi il “Caffè letterario”, l’evento voluto dal Comitato promotore del premio dallo scorso anno: un modo per far conoscere i libri migliori, prima della decisione finale; la sentenza che attribuirà la vittoria della trentaseiesima edizione. Uno dei tre libri finalisti sarà l’‘erede dell’iraniano Bijan Zarmandili, trionfatore nel 2007 con “L’estate è crudele”(Feltrinelli).
Giorgio Barsotti, vice presidente del Comitato retto da Disperati, ha presentato e intervistato lo scrittore.”Incontriamo un isolano come noi-ha detto l’ex docente del liceo scientifico Foresi-e il suo libro ha già ricevuto il premio narrativa Bergamo e il Bagutta. Dieci è strutturato in altrettanti racconti, come 10 sono i comandamenti. Regole che nel napoletano spesso non possono essee rispettate perchè prevale una vita quotidiana colpita da varie tragedie. Un linguaggio duro, quello di Longo, diretto, schietto e con abbondante e azzeccato uso del dialetto. Una tematica del tutto diversa da Ravel, , dall’altro finalista francese, Echenoz”.
Ma il romanzo lancia una speranza, ha detto Longo: acquisendo una nuova consapevolezza anche chi è in difficoltà potrà sperare in un futuro migliore.”Ho voluto dare voce- ha evidenziato – a tanti casi umani a rischio. La società se fosse davvero unita potrebbe riuscire a cambiare le cose”. Dopo l’introduzione di Barsotti, Longo ha fatto notare che diversi personaggi del testo li ha conosciuti personalmente, un fatto che rende particolamente autentico il suo volume. “Mi devo complimentare per questi incontri con il pubblico – ha concluso – ho potuto dialogare anche con gli studenti. Questo impegno è un’altra testimonianza della vitalità dell’Elba e della Toscana”. Livaneli. il turco, terzo finalista con “Felicità”(Gremese), non potrà partecipare al “Caffè letterario”, ha fatto notare Barsotti, e quindi le giurie sono ora al lavoro per scegliere il vincitore, da celebrare il 14 giugno a Capoliveri, presente la madrina dela manifestazione, Maria Grazia Cucinotta.