Comune di Portoferraio – assessorato alla cultura ed al turismo -, libreria IL Libraio e Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba insieme per la presentazione del nuovo libro di Massimo ONOFRI
7 Agosto 2015Strega, Brignetti, Bancarella … waiting for Campiello
27 Agosto 2015Anche quest’anno la storica rivista elbana “LO SCOGLIO” pubblica a firma di Luigi CIGNONI un bellissimo articolo sul nostro Premio Letterario
17 agosto 2015 – Comitato Promotore
Di seguito riportiamo integralmente l’articolo:
“Atti osceni in luogo privato” consacra alla storia del premio letterario internazionale “Elba, Raffaello Brignetti” la 43esima edizione. E’ stato proclamato vincitore del prestigioso concorso letterario elbano, Marco Missiroli (34 anni, di Rimini), che già conosceva l’Elba e Capoliveri in particolare dove ha scritto nel 2003 l’incipit del suo primo romanzo “Senza Coda”, (Fanucci, 2005) con cui si aggiudicherà il “Campiello Opere Prime”. Uno scrittore fortunato, Missiroli, per i suoi editori. Cinque titoli finora pubblicati e altrettanti riconoscimenti e premi attribuiti. Infatti, per Guanda ha pubblicato “Il buio addosso (2007) e “Bianco” (2009, premio Comisso e premio Tondelli); “Il senso dell’elefante” (premio Selezione Campiello 2012, premio Vigevano e premio Bergamo); infine per Feltrinelli “Atti osceni in luogo privato” (premio Mondello 2015 e ora premio Elba-Brignetti). “Il titolo è mio – ha tenuto a precisare nel corso della conferenza-stampa lo stesso scrittore – La Feltrinelli lo ha accettato e così è rimasto”.
La cerimonia di proclamazione del vincitore è avvenuta sabato 11 luglio, prima nel corso della conferenza stampa tradizionale tenutasi alle 13 presso l’hotel Airone di San Giovanni, quindi alle 22 nel chiostro del centro culturale De Laugier in una settimana di preparazione alla proclamazione del vincitore contraddistinta dalla mostra del pittore Italo Bolano dedicata a Mario Luzi. Marco Missiroli ha avuto la meglio su altri due romanzi di autori italiani come Carmen Pellegrino, che concorreva con “Cade la terra” (Giunti editore) e Domenico Starnone autore di “Lacci” (Einaudi editore).
“E’ stata una vittoria sul filo di lana – ha ammesso nel corso della serata il presidente della giuria letteraria Alberto Brandani, insolitamente in maniche di camicia forse a causa del troppo caldo – che dimostra la qualità del nostro premio, il quale nel panorama nazionale, rappresentato da duemila e 100 premi letterari l’anno, l’Elba-Brignetti si piazza felicemente tra i primi trenta concorsi letterari nazionali. L’opera di Missiroli ha appassionato molti nostri lettori e ha certamente stimolato la curiosità e incoraggiato molte persone a leggere i libri. Nel libro che stasera premiamo tutto passa al corpo e nel corpo dal suo guardiano del faro costantemente acceso”. Nel menzionare e ringraziare i numerosi sponsor della manifestazione culturale più importante dell’anno all’Elba, Brandani ha poi passato la parola alla giurata Teresa De Santis che, con un commosso e partecipato intervento, ha ricordato la figura di Giuseppe Neri, anch’egli componente della giuria letteraria recentemente scomparso. Ma veniamo alla cronaca della serata. Innanzitutto una menzione a parte la merita il Comitato Promotore (che è formato da Giorgio Barsotti presidente, Luciano Gelli vicepresidente, Matteo Grandi segretario, Rita Marinari tesoriere e Alessandro Bracali), nell’aver preparato convenientemente il suggestivo chiostro e soddisfatto i quasi 235 elbani che lo hanno riempito in ogni ordine di posti rispondendo all’invito di partecipazione.
Quindi è stata la volta della conduttrice della serata, Lisa Marzoli, giornalista del Tg2, che ha presentato al pubblico la serata e ha gestito i vari interventi coadiuvata brillantemente in questo dalla show-girl Valeria Altobelli, ospite speciale della serata. La presentatrice ha invitato a salire sul palco l’assessore alla Cultura del Comune Roberto Marini che ha assicurato il sostegno dell’ente al premio. “Il nostro concorso – ha detto fra l’altro Marini – da austero e silente qual era è divenuto nel corso degli anni vivo e vibrante. Il nostro Comune continuerà a sostenere l’evento più importante dal punto di vista culturale non solo di Portoferraio, ma dell’Elba intera”. Il microfono è passato poi al presidente del Comitato promotore Giorgio Barsotti che ha consegnato a Danilo Alessi il premio speciale della giuria per il romanzo “La fatica della politica” (Persephone edizioni), una storia intrigante di rapporti amorosi e politici nell’Elba degli ultimi anni del Novecento. E’ quindi giunta l’ora di presentare ai presenti il vincitore. Il presidente Brandani ha invitato a salire sul palco Marco Missiroli. Dopo Pierre Lemaitre che ha trionfato nel 2014 con “Ci rivediamo lassù” (Mondadori), torna dunque un italiano alla ribalta del premio elbano. Prima di lui aveva calcato queste scene Marco Malvaldi nel 2011, poi una teoria di giovani scrittrici italiane. E torna soprattutto la casa editrice Feltrinelli nel palmares delle opere premiate al Brignetti. L’ultimo titolo della grande casa milanese che si era aggiudicato il premo internazionale era stato “L’estate è crudele” di Bijan Zarmandili nel 2007.
“Con il tuo romanzo – ha detto il giurato Massimo Onofri – che con “Cade la terra” di Carmen Pellegrino vi state contendendo i maggiori premi nazionali hai dato un incredibile aiuto commerciale alla casa editrice di Milano, dall’alto delle tue 45 mila copie vendute e per essere stato per molte settimane ai primissimi posti nella classifica dei libri più venduti nel nostro Paese”. Ha risposto Missiroli: “Non c’è dubbio, ma non è stato facile. Quando ho saputo i nomi degli altri finalisti quali Carmen Pellegrino e Domenico Starnone, confesso di aver avuto paura. I premi fanno bene ai libri, perché sono un’ottima vetrina e sapere di essere riuscito a strappare la prima piazza all’ultimo voto è la dimostrazione di quanto sia vitale il premio Elba stesso. L’Isola mi porta fortuna – ha continuato lo scrittore – è stata per me come una grande madre, a sostegno della mia tesi che vede il centro di gravità di tutto nell’utero. Questo libro non è altro che un romanzo di pancia covato forse a lungo in me, prima di scriverlo e poi, quando è affiorato l’ho buttato giù di getto in una ventina di giorni e non di più. Poi è anche vero che ho impiegato due anni a rifinirlo, ma non ha perso l’istinto iniziale. Dedico questa mia vittoria – ha concluso Marco Missiroli – al mio compagno di vita”. La serata si è conclusa con un buffet offerto dagli organizzatori sulla terrazza adiacente l’ingresso al centro De Laugier.
La motivazione della giuria letteraria
“Tra sentimento e ragione c’era la missione primordiale: l’estinzione della verginità”. Molte sono le frasi, I sintagmi, le battute fulminanti tra solenni e ironici ‘memento’, nel romanzo di Marco Missiroli “Atti osceni in luogo privato”, una storia di educazione alla vita di un giovane italiano, Libero Marsell, le Grand Liberò, di famiglia borghese trapiantato nella Parigi fine anni Settanta, ancora di Jean-Paul Sartre lettore di giornali sgualciti come il sogno della rivoluzione al mitico tavolo dei ‘Deux Magots’ di Saint-Gerrmain. Dall’infanzia alla giovinezza all’Adultità e di nuovo alla Nascita. Come nella vita, c’è in questo libro, della vita mimetico e famelico molta vita e anche molta morte, i due volti della stessa medaglia.
Un romanzo di città che le città le ama e le vive: Parigi, Milano dove accadono i fatti, gli incontri e si configurano le emozioni e i sentimenti. Un’educazione sentimentale di un ragazzo italo-francese che sente e parla nelle due lingue, che è prima di tutto un tirocinio o svezzamento sessuale (tutto passa al corpo e nel corpo dal suo guardiano del faro costantemente acceso, in allerta per un’assidua auscultazione-decifrazione della grammatica della libido, come fondamento del linguaggio della vita) analizzato, rappresentato e drammatizzato, tra sessualità minori e sessualità maggiori, le prime carpite nell’ombra delle fantasie solitarie (il vasto sovrano autonomo cangiante universo dell’onanismo) le seconde conosciute e agite più o meno trionfalmente sul volgere dei vent’anni, allorché il protagonista rimane orfano di un padre (“charmant, protettivo, franco”) con cui ha avuto fino a quel momento un toccante rapporto di affetto e di complicità. E che forse muore di crepacuore, in solitudine, dopo la separazione dalla bellissima moglie- madre, dai forti appetiti, prima fonte del desiderio e del piacere e sorgente energetica del romanzo. Un’assoluta padronanza delle tecniche e delle procedure del racconto, un ritmo celere, un voltaggio sempre teso, un linguaggio mai prevedibile o convenzionale lucido, schietto, leale, amaro, sempre rigenerato dalla realtà e dall’esperienza, connotano un plot di sicura resa narrativa. Sempre in progresso: “No, mon ami, tout marche”.
Tutto procede e cammina in fretta verso l’esaudimento in questo romanzo che è a un bilancio complessivo vitalisticamente ottimista. Coltissimo per le continue relazioni intertestuali che trasformano le letture, i libri, gli autori a loro volta in personaggi di sostegno della storia, animando una biblioteca (c’è anche una bella e sensibile bibliotecarie, Marie) con una selva mnemonica di altre storie e romanzi, dallo “Straniero” di Camus, al “Deserto dei Tartari” di Buzzati, dai “Tropici” di Henry Miller all’ “Amante” di Marguerite Duras, al Faulkner di “Mentre morivo!” fino a Proust di “Albertine scomparsa” che però si converte in un’ispirazione per l’avvenire e le nuove imprese dell’eros, traducendo la “Recherche” del tempo perduto in “ricerca del tempo futuro”.
La Giuria Letteraria è presieduta da Alberto Brandani ed è composta da Giorgio Barsotti, Mario Baudino, Marino Biondi, Francesco Carrassi, Giuseppe Conte, Teresa De Santis, Ernesto Ferrero, Francesco Giorgino, Giuseppe Mascambruno, Massimo Onofri, Antonio Patuelli e Silvia Ronchey.