Il Telegrafo – 10 luglio 2017
10 Luglio 2017Elbareport – 10 luglio 2017
10 Luglio 2017A Domenico Starnone con Scherzetto il 45° Premio internazionale Elba-Brignetti
8 luglio 2017 – Giuria Letteraria
Questa la motivazione con la quale la Giuria Letteraria assegna a Domenico STARNONE la 45^ edizione del Brignetti.
Il romanzo di Starnone si collega alle sue opere precedenti, sviluppando una strategia letteraria in progress, lucida e di ampio respiro. E’ il nuovo capitolo di una drammaturgia delle dinamiche famigliari che lo scrittore napoletano ha avviato da anni nel segno di una spietata, ironica e dolente capacità d’analisi e d’ autoanalisi. Questa volta di scena sono un nonno, affermato illustratore settantenne che vive da molti anni a Milano, richiamato a Napoli per qualche giorno per accudire il nipote Mario di quattro anni in assenza dei genitori impegnati in un convegno. Nell’arco di settantadue ore questo bambino precocemente adulto e affettuosamente implacabile nella sua logica pragmatica finisce per mettere il nonno a confronto con i suoi fantasmi: quelli degli anni di formazione e di un difficile passato famigliare; e quelli di un racconto di Henry James che deve illustrare; ma soprattutto finisce per sgretolare le certezze che lo avevano sempre accompagnato e come imbozzolato della sua pratica artistica.
Come ha osservato Ernesto Ferrero, tra i giurati del premio, “lo spazio claustrofobico dell’appartamento diventa il laboratorio teatrale d’un moderno De Senectute, che della vecchiaia esplora tutte le fragilità”. Per Alberto Brandani, presidente della giuria, “Starnone continua a scavare nello sfarinamento di una borghesia colta ed invecchiata nei suoi fantasmi e nelle sue incertezze. Con questo autore, uno dei nostri maggiori narratori, si conferma l’alto livello dei vincitori di un premio che Geno Pampaloni volle austero e silente. Austero è rimasto nella discrezione dei suoi giurati, nella sobrietà delle sue manifestazioni esteriori, nella libertà delle riunioni della giuria letteraria. Il silente rimanda alla solitudine che, in tempi di una falsa e superficiale socialità digitale, accompagna il lettore nella sua insostituibile funzione di interprete del testo, in senso musicale”.