Selezionata la terna finalista della 47^ edizione
18 Aprile 2019In consegna i libri e la scheda di voto ai componenti della Giuria Popolare
14 Maggio 2019Opere finaliste 2019
OPERE FINALISTE 2019
Fabio Stassi – Ogni coincidenza ha un’anima – Sellerio
«Mi chiamo Vince Corso. Ho quarantacinque anni, sono orfano e per campare prescrivo libri alla gente». Insegnante precario e lettore come pochi, si è inventato un nuovo lavoro, quello di biblioterapeuta; ha casa e ufficio in via Merulana, un monolocale con soppalco e angolo cottura più da studente fuorisede che da medico delle anime, dove accoglie le sue pazienti – sì, sono donne in prevalenza. Vince le ascolta e poi trova per loro il libro adatto, le pagine che possono lenire, la letteratura insomma come medicina dell’anima e, perché no?, anche del corpo. A rivolgersi al suo pronto soccorso letterario un giorno arriva Giovanna; il fratellastro Fabrizio, sinologo, collezionista di libri, esperto di lingue e di molto altro, ha smarrito il senno e ricoverato in una casa di riposo per malati di Alzheimer ripete ossessivamente poche e smozzicate frasi, sempre le stesse. La donna è convinta di un possibile miglioramento del fratello se solo potesse ritrovare il libro da cui quelle parole sono tratte: sembra proprio il terreno in cui Vince Corso si trova più a suo agio. Così accetta la sfida e visita la biblioteca del professore, ma si trova ben presto a indossare i panni dell’investigatore, a svelare l’enigma che si cela dietro quel labirinto di volumi, una autentica biblioteca di Babele. Un libro sulla memoria, sull’importanza del ricordo, sulla lettura come terapia.
Laura Laurenzi – La madre americana – Solferino
“Mia madre non era come le altre madri: era americana.” Si apre così il memoir di Laura Laurenzi: con la figura di una donna piena di vita in una stagione romana piena di sole, gli anni Sessanta del Novecento. È una storia di atmosfere, tra i salotti della cultura, i locali della Dolce Vita e gli ambienti del potere in cui si esercita la rigorosa “tutela” americana sulla politica italiana. È una storia d’amore, quella tra un colto e brillante giornalista e una ragazza del Piano Marshall, che si occupava dei figli più poveri dell’Italia post-bellica. È una storia di formazione, quella di una bambina che leggeva Edgar Allan Poe a nove anni e a dieci veniva portata dalla madre a veder passare Kennedy; della ragazzina che voleva essere Marianne Faithfull e parlava latino a tavola; della giovane donna che mosse i suoi primi passi da giornalista sulla scena dell’omicidio Moro. È la nostra storia, quella di un decennio indimenticabile, nel ricordo di una testimone speciale.”
Roberto Pazzi – Verso Sant’Elena – Bompiani
È ormai calata la sera quando Napoleone apprende che giungerà in vista di Sant’Elena all’alba. L’imperatore si ritira presto sulla Northumberland, quel sabato 14 ottobre 1815. Da più di due mesi è in navigazione sulla fregata inglese. Che cosa mediti alla fine del viaggio e forse dell’avventura della sua vita, nessuno potrebbe saperlo, mentre cigola la porta della cabina, non per un colpo di vento. Chi è mai la bella clandestina entrata? È davvero l’Eugénie, l’eroina del suo romanzo giovanile rimasto nel cassetto? Dopo la donna, nel dormiveglia compaiono la madre e alcune inquietanti presenze protagoniste degli eventi della sua vita dalla Rivoluzione alla battaglia di Waterloo. In Europa intanto si diffondono reazioni contrastanti. A San Pietroburgo lo zar Alessandro comincia a prevederne imbarazzanti rivelazioni. Pio VII accoglie a Roma i congiunti rifiutati dalle dinastie che avevano sollecitato l’onore d’imparentarsi coll’imperatore. A Vienna la moglie Maria Luisa, in procinto di recarsi a governare Parma, si concede al generale Neipperg. Il governatore designato di Sant’Elena a Londra riceve segrete istruzioni. Sulla Northumberland a poche ore dalla meta tutti dormono. La sola Eugénie veglia, custode del sonno di Napoleone: “dormi, sogna, riposa, ma sogna con la stessa potenza con cui hai combattuto, e non arriveremo mai a Sant’Elena.” E scrive sul diario di bordo il diverso corso che Napoleone immagina ancora d’imprimere alla Storia, mentre la nave sembra sparire in un folto banco di nebbia.